Buoni propositi? No grazie.

lista buoni propositi anno nuovo

Hai preparato una di quelle liste di buoni propositi per l'anno nuovo? 

Quei buoni propositi profondissimi e saggissimi,  con cui non si può essere che d'accordo perchè sono bellissime e suonano benissimo. Sai di cosa parlo, no?

Nelle prossime settimane, tante persone si iscriveranno in palestra, cominceranno una dieta, si iscriveranno al corso di meditazione o qualche altra cosa con lo scopo di cambiare i loro comportamenti. 
Nella stragrande maggioranza dei casi, durerà qualche mese.

Quando ero una fisioterapista tirocinante, vedevo i miei insegnanti dare il programma di esercizi da fare a casa tra una seduta e l’altra. Raramente venivano portati a termine.
No, rettifico, raramente venivano iniziati.

Generalmente l’abbandono dei buoni propositi o delle nuove “sane” abitudini viene imputato a:

  • mancanza di volontà,
  • mancanza di autodisciplina,
  • pigrizia,
  • scarso volersi bene.

Autorità esterna, autorità interna

Ora che lavoro a un livello diverso e mi occupo sempre di movimento, sì, ma dal punto di vista del sistema nervoso e quindi mi occupo della persona nella sua totalità, vedo le cose in maniera diversa.

La volontà e l’autodisciplina non durano molto se alla base non c’è una motivazione interna davvero solida e una connessione con la propria, autentica energia vitale,.
Quando queste non ci sono diventa necessario rivolgersi a  un’autorità esterna, il fisioterapista, il nutrizionista, il coach, il personal trainer, il medico, il maestro, il guru, etc.

Non è che ricorrere a questi professionisti sia sbagliato, (ma sul guru sii prudente, troppe persone amano farsi chiamare "maestro") anzi è a loro che dobbiamo rivolgerci se vogliamo raggiungere alcuni risultati (in certi  campi il fai da te può essere davvero pericoloso), ma senza diventarne dipendenti e soprattutto quando c’è alla base un reale ascolto di noi stessi e quindi anche una reale motivazione interna.

Quando le persone cominciano veramente ad aumentare la capacità di sentire ed  ascoltarsi, allora gradualmente cominciano a capire da sole cosa è bene mangiare, quanto e come muoversi, quando riposare.
Allora cambia tutta la qualità dei nostri processi, cose come la digestione, la circolazione dei liquidi, la forza del nostro sistema immunitario, perfino il pensiero e l’intuizione.
Aumenta la capacità di prendere migliori decisioni sulla propria salute, di prendersi cura di sé in maniera efficace, di essere più efficienti sul lavoro.

Cambiare con la forza di volontà è come chiedere a qualcuno di sollevarsi dai lacci delle scarpe

Alexander Lowen

E se il bisogno che sento è di mangiare tutti i biscotti?

Non c'è niente di male a finirsi un pacco di biscotti, a patto che.... succeda di tanto in tanto e tu non abbia il diabete.
Se invece, senti hai un'attrazione fatale per tutto il pacco di biscotti, o di sigarette o peggio, ogni volta che qualcosa va storto, che c'è una piccola contrarietà,  non si tratta di una necessità biologiche dell'essere umano. Si tratta piuttosto di un rapporto con il cibo che ha bisogno di un piccolo aggiustamento.
Quello di cui parlo, però, è l'ascolto delle nostre reali necessità biologiche.

Ascoltarsi e rispettarsi

Se un giorno non ci si sente bene e non si vuole andare in palestra, forzarsi ad andare è controproducente perché non si dà al corpo, al sistema immunitario il riposo che serve per affrontare la battaglia che sta combattendo.
Allo stesso modo, se non ci va di mangiare perché qualcosa disturba il nostro stomaco, ingozzarsi per  far felice la zia al cenone significherà sovraccaricare il nostro sistema di un lavoro enorme e non necessario.

La nostra società è impostata sull’esistenza di autorità esterne che ci dicono cosa fare: i nostri genitori, quando eravamo piccoli  (e ne avevamo bisogno, perché non sapevamo regolarci da soli)  e tutti i professionisti che da adulti ci dicono cosa dobbiamo e non dobbiamo fare con il cibo, con l’esercizio fisico e con tutto il resto.
Con il moltiplicarsi delle idee e della facilità di diffonderle e raggiungere un grande pubblico, si è generata un'enorme confusione di nozioni, informazioni e teorie che cambiano ad una velocità tale che è francamente difficile orientarsi. 

Modi discutibili di aumentare l'autostima

Qualche tempo fa ho orecchiato in palestra una conversazione tra due signore, una si lamentava (fintamente) del suo allenatore e di come l'intenso programma di corsa le avesse causato una frattura da stress al piede, come conseguenza, aveva corso la sua prima mezza maratona con il piede non del tutto guarito e dolente.

La signora, nascondeva a stento l'orgoglio, sia per essersi allenata così tanto da rompersi un metatarso, sia per aver finito la gara con il piede rotto. E non si trattava nemmeno di una professionista ma di una semplice appassionata.


Davvero, la nostra autostima è così bassa che per migliorare l'immagine che abbiamo di noi, dobbiamo ricorrere a questo? 

I professionisti che si occupano a qualche titolo di benessere, dovrebbero smettere di elencare regole, fare programmi, suggerire percorsi, filosofie e stili di vita e cominciare ad insegnare alle persone a sentire se stesse.

Perché altrimenti, la prossima settimana, quando tantissime persone si iscriveranno in palestra, a yoga, a meditazione o a qualsiasi altra cosa, sarà come aggiungere piani a un edificio senza fondamenta solide.


Magari hai  davvero bisogno di fare palestra o di mangiare meglio e, se è così, ti incoraggio a farlo ma… se non c’è una motivazione interna solida, se c’è bisogno di tattiche o strategia per costringerti ad andare, se hai bisogno di sentirti in colpa o di qualcuno che ti spinga allora

fermati, fai una pausa, e cerca di capire cosa c’è che non va lì dentro.

E se ti rendi conto che non riesci ad ascoltare cosa c'è lì dentro,  intanto sappi che è una situazione molto comune oggigiorno e non è irrimediabile, puoi imparare a farlo!

Non farlo, continuare ad ignorare le tue necessità biologiche di essere umano, lentamente ti porterà a una diminunizione della tua vitalità e alla lunga, forse, verso un stato di salute poco soddisfacente.

Il mio desiderio per il 2018
(ma era lo stesso nel 2017 e sarà lo stesso nel 2019)

Se mi chiedessero di scegliere una cosa, solo una cosa che vorrei che i miei studenti si portassero a casa dopo le mie lezioni, non sarebbe una delle bellissime sequenze di movimento ideate da Moshe Feldenkrais, ma sarebbe una cosa che nelle lezioni di Feldenrkais c'è ma non si vede, è 

 l’autoregolazione 

La capacità di imparare a sentirsi ed essere in contatto con i propri bisogni  per essere in grado di cambiare direzione quando serve.
Ascoltare i nostri segnali e i nostri sintomi, perché se li abbiamo c’è una ragione.
E cosa ancora più importante, agire per assecondare quelle necessità.

Cos'è l'autoregolazione? E' mangiare quando si ha fame e dormire quando si ha sonno. Ti sembra una storiella zen? Ma infatti lo è!
Ma autoregolazione significa anche costruire più capacità, forza e resilienza per quando non possiamo subito mangiare o dormire.

Ascoltare noi stessi, amplierà la nostra capacità di ascoltare gli altri e di metterci in relazioni più positive e soddisfacenti con il resto del mondo.

Se senti che questo ti manca, è, credo, l’unico buon proposito che valga la pena fare per il futuro.

Di questi tempi c’è una enorme domanda di guarigione, ma c’è una sorta di resistenza a cominciare dalle basi.

Se non sai ascoltarti, non c’è ritiro di consapevolezza, rito magico o esercizio miracoloso che possa sistemare le cose,

L'autoregolazione deriva da una relazione amichevole con il tuo corpo

Bessel Van der Kolk

E il primo gennaio non è la data che cambierà la tua vita.

Imparare ad ascoltarsi e ricalibrasi è un processo che richiede tempo e impegno (anche se i primi cambiamenti si possono vedere piuttosto in fretta)  ed è questo l’unico buon proposito che a senso fare, non il primo gennaio, ma quanto ti sentirai pronto o pronta.

Se non sai come fare, in questo  sito c’è materiale da leggere e materiale per fare e per rimanere in contatto, iscriviti agli aggiornamenti.
Puoi leggere questo articolo di approfondimento qui!

Se non sai come fare, in questo  sito c’è materiale da leggere e materiale per fare e se vuoi rimanere informato dell’arrivo di nuovo materiale, iscriviti agli aggiornamenti.

Aloha!
Di questi tempi c’è una enorme domanda di guarigione e anche di offerta, ma c’è una sorta di resistenza a cominciare dalle basi, se non sai ascoltare il tuo corpo non c’è ritiro di consapevolezza, rito magico o esercizio miracoloso che in quattro e quattr’otto possa sistemare le cose. E il primo gennaio non è la data che cambierà la tua vita.

Imparare ad ascoltarsi e ricalibrasi è un processo che richiede tempo e impegno (anche se i primi cambiamenti si possono vedere piuttosto in fretta)  ed è questo l’unico buon proposito che a senso fare, non il primo gennaio, ma quanto ti sentirai pronto o pronta.


La capacità di imparare a sentirsi per essere in grado di cambiare quando serve. Ascoltare i nostri segnali e i nostri sintomi, perché se li abbiamo c’è una ragione. Ascoltare noi stessi, amplierà anche la nostra capacità di ascoltare gli altri e di metterci in relazioni più positive e soddisfacenti con il resto del mondo.

Se senti che questo ti manca, è, credo, l’unico buon proposito che vale la pena fare per il futuro.

E se ti rendi conto che non riesci ad ascoltare,  intanto sappi che è una situazione molto comune a tutti, poi, puoi imparare a farlo!

Se non iimpari ad ascoltare il tuo sistema, questo smetterà di parlare con te ed inviarti segnali. (e attenzione perché lì è l’anticamera della malattia)

Se mi chiedessero di scegliere una cosa, solo una cosa che vorrei che i miei studenti si portassero a casa dopo le mie lezioni, sceglierei l’autoregolazione.
Magari hai bisogno di fare palestra o di mangiare meglio ma… se non c’è una motivazione interna solida, se c’è bisogno di tattiche o strategia, se hai bisogno di sentirti in colpa o di qualcuno che ti faccia sentir  inadeguato, allora fermati, fai una pausa, e cerca di capire cosa c’è che non va lì dentro.
Gli “esperti”  dovrebbero smettere di dettare regole, fare programmi individuali, suggerire percorsi e cominciare ad insegnare le persone a sentire se stesse.

Se un giorno non ci si sente bene e non si vuole andare in palestra, forzarsi ad andare è controproducente perché non si dà al corpo, al sistema immunitario il riposo che serve per affrontare la battaglia che sta combattendo.
Allo stesso modo se non ci va di mangiare perché qualcosa disturba il nostro stomaco, ingozzarsi per  far felice la zia al cenone significherà sovraccaricare il nostro sistema di un lavoro enorme e non necessario.


Quando le persone cominciano veramente ad aumentare la capacità di sentire ed  ascoltarsi, allora gradualmente cominciano a capire da sole cosa è bene mangiare, quanto e come muoversi, quando riposare.
Allora cambia tutta la qualità dei nostri processi, cose come la digestione, la circolazione dei liquidi, la forza del nostro sistema immunitario, perfino il pensiero e l’intuizione.
Non è che ricorrere a questi professionisti sia sbagliato, anzi è giusto e di buon senso chiedere aiuto a chi è più esperto di noi se vogliamo raggiugnere alcuni risultati, (in certi  campi il fai da te può essere davvero pericoloso) ma senza diventarne dipendenti e soprattutto quando c’è alla base un reale ascolto di noi stessi e quindi anche una reale motivazione interna.


Ora che lavoro a un livello diverso e mi occupo sempre di movimento, sì, ma dal punto di vista del sistema nervoso e quindi mi occupo della persona nella sua totalità, vedo le cose in maniera diversa.

La volontà e l’autodisciplina non durano molto se alla base non c’è una motivazione interna davvero solida e una connessione con la propria, autentica energia vitale,.
Quando queste non ci sono diventa necessario rivolgersi a  un’autorità esterna, il fisioterapista, il nutrizionista, il coach, il personal trainer, il medico, etc.

Generalmente l’abbandono dei buoni propositi o delle nuove “sane” abitudini viene imputato a:
Mancanza di volontà, mancanza di autodisciplina, pigrizia, scarso volersi bene.

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